Massimo Nepote Andrè

L’autore

Biografia

Massimo Nepote Andrè è nato a Torino nel 1951. Laureato in ingegneria meccanica, vive da sempre nella sua città natale. Ha svolto il suo percorso professionale nel campo industriale occupandosi di logistica e organizzazione. Dall’inizio degli anni ottanta segue e coordina l’introduzione delle nuove tecnologie applicate al campo della progettazione curandone gli aspetti tecnici e i risvolti umani. Successivamente si occupa di grafica tridimensionale e di simulazioni virtuali nel campo della meccanica, del design e dei beni culturali. Parla francese, inglese e spagnolo. Appassionato di fotografia, scienza e natura. Ha praticato, lo sci alpino a livello agonistico. Dai suoi viaggi porta il ricordo di genti e culture, della vita di tutti i giorni registra episodi e atteggiamenti. Ritroviamo il tutto nei suoi romanzi, avventure che hanno sempre un seme, un elemento di verità a suffragio. Ha visitato l’Africa Orientale negli anni sessanta portandosi il ricordo delle tribù dei territori del nord del Kenia nel cuore.

Lo scrittore Massimo Nepote Andrè in Tanzania

Anni ’60 Ngorongoro crater, Tanzania. Masai, Samburu, Turkana lasciano il segno indelebile della loro dignità. La magia dell’Africa gli entra nel sangue.

L'autore Massimo Nepote Andrè alle cascate di Iguaçu in Brasile

Anni ’70 cascate di Iguaçu, Brasile. Su un bastione roccioso nel mezzo delle cateratte. “Guardati attorno” continuavo a ripetermi, “e quando ti sembrerà abbastanza ricomincia da capo, saziati, osserva ogni pietra, goccia, muschio o lichene, perché non succederà più.” Avevo ragione quella roccia in mezzo alle cadute, che si raggiungeva con un piccolo barchino a remi, oggi è inaccessibile per motivi di sicurezza.

Prototipo macchina agricola

Anni ’80 Springield, Illinois, Stati Uniti. Neo ingegnere, al volante di una macchina movimento terra in occasione del progetto di ristrutturazione dello stabilimento. Ferro, lamiere, motori, per aggredire la terra, a volte per fare dighe, a volte per estrarre risorse. Sempre per ferire la Terra. Sembra essere il retaggio dell’uomo e anch’io mio malgrado ho dato il mio contributo purtroppo.

L'autore Massimo Nepote Andrè in Sri Lanka

Anni ’80 Ratnapura, Sri Lanka. Tra tormaline, zaffiri, zirconi, tanta miseria e… qualche pericolo.

Massimo Nepote Andrè a Ouarzazate in Marocco

Anni ’90 Ouarzazate, Marocco. Per vivere qualche giorno tra usi e costumi diversi appena al di là del nostro mare. “Per la prima volta tocco con mano quanto le diverse culture siano figlie di retaggi religiosi. Sono a casa loro e cerco di comportarmi come si conviene e con rispetto. La gentilezza è squisita, ci scambiamo doni. Ma sento che, per loro, in fondo io sono… un infedele.”

Massimo Nepote Andrè alla Sacra di San Michele in Piemonte

Anni ’90 Sacra di San Michele, Piemonte. Al lavoro per la Sovrintendenza alle Belle Arti di Torino durante i rilievi per la ricostruzione virtuale del monumento. Osservare, misurare, leggere, interpretare la storia, capire come è cresciuta nei secoli una costruzione monumentale frutto della fede di generazioni. Simbolo di potere, custode di opere d’arte e segreti. “Ricostruire, penetrare tra i blocchi squadrati, anche solo virtualmente, è stata una delle esperienze lavorative più belle della mia vita”.

Nel 2001, Massimo Nepote Andrè a Tulum in Messico

2001 Tulum, Messico. Alla ricerca di bassorilievi maya da fotografare e usare come spunto per le sculture in stile precolombiano che realizza. “Plasmare la creta, compiere gli stessi gesti che un antico maya può aver fatto, avere le stesse sensazioni tattili mentre realizzo disegni in stile precolombiano, mi fa credere di lasciare nella creta una traccia di spiritualità di quel popolo”.

Nel 2002, Massimo Nepote Andrè in Francia.

2002 in uno degli Escarton, ai confini con la Francia. In pieno inverno con poca neve, in uno dei percorsi degli “spalloni”: i contrabbandieri del secolo scorso.

E poi ha iniziato a scrivere…

Negli anni delle olimpiadi di Torino 2006, durante i lavori di ristrutturazione di un’antica baita in Val di Susa, si imbatte in reperti, frammenti di vita vecchi di secoli, e infine in un documento antico e inquietante.

Il seme è gettato, il tempo gli farà da nutrimento. Una sera di novembre del 2009 inizia a scrivere Non Dire. All’inizio non c’è pianificazione, non c’è una traccia, c’è solo una miriade di idee che colano dalle dita e attraverso la tastiera prendono forma trasformandosi in frasi, storie, emozioni, sentimenti. La stesura e le ricerche correlate durano diciotto mesi.

Massimo Nepote Andrè in Kenya

Non Dire, suo romanzo d’esordio nel 2013 riceve l’imprimatur che il Governo del Kenya ha voluto offrire tramite una nota ufficiale dell’ambasciatore come tributo e ringraziamento per aver ambientato parte della vicenda in territorio Turkana e aver descritto i luoghi e l’atmosfera che vi si respira in modo così realistico ed efficace.

Nel 2014 Non Dire riceve il marchio per la Microeditoria di Qualità e si classifica al primo posto nella sezione narrativa.

Tra il 2014 e il 2015 scrive Ombre a Occidente, il secondo episodio della saga che parla della Terra, dell’uomo e del tempo: “I Nodi della Terra”. L’atmosfera thriller lascia qualche spazio all’avventura pura e all’introspezione dei personaggi senza sacrificare mistero, suspence e colpi di scena. Più mente e meno cuore nelle intenzioni, l’opposto come risultato. La vicenda si svolge nel 2018.

“Nel gennaio 2015 mi trovo a scrivere, inventando tutto, della distruzione di Palmyra, pochi mesi dopo sono costernato di fronte alle immagini reali”.

Nel 2016 inizia la stesura del terzo e ultimo capitolo della saga dei Nodi della Terra che termina di scrivere nel 2017. Apocalypsis viene presentato nel novembre dello stesso anno nella città dove tutto ebbe inizio. Ma le vicende dei singoli sono andate oltre, Torino è lontana, lo scenario, ormai, è il mondo intero. Avventura , colpi di scena e sconvolgimenti di fronte si moltiplicano, ma è la Terra e il legame tra uomo e natura, che emerge prepotentemente nei tratti di una ragazza Turkana ambasciatrice di un messaggio epocale, a essere il nuovo fil rouge. Come in una partita a scacchi l’autore posiziona i pezzi con attenzione, il lettore sa che sta per succedere qualcosa, sente che la trappola può scattare a ogni pagina, poi la vicenda esplode ed è scacco matto.

E alla fine ci si rende conto che è dalle prime pagine del volume uno che questo avviene.

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