Oro
Il territorio del Canavese allo sbocco della valle d’Aosta è ricco d’oro. Una gran parte proviene dal massiccio del Monte Rosa e dai monti limitrofi. Le valli del Lys e in particolare d’Ayas sono canali naturali per il trasporto dell’oro a valle da parte degli agenti atmosferici. Nel tempo i ghiacci lo hanno plasmato e spinto in pianura. I romani lo estraevano per lo più in forma alluvionale nei territori limitrofi alla Dora Baltea e del Biellese. Le aurifondinae dove Caalum lavorava erano presumibilmente collocate sulla morena laterale lasciata dal ghiacciaio principale: la Serra d’Ivrea.
“…Non ci fossero stati gli arbusti e un’erba malsana, avrebbe potuto anche essere su un altro pianeta: la vegetazione era rada, sofferta, si aggrappava alla vita emergendo da un terreno impossibile: un’ininterrotta serie di cumuli sassosi di altezza diversa, di cui alcuni ormai appena accennati. Il residuo del lavoro di migliaia di mani e schiene spezzate…”
“…La ghiaia, intanto, giocava nelle numerose scanalature destinate a fermare l’oro: sabbia e sassolini si muovevano vivaci rimescolandosi in un continuo scambio di posto finché il granello più pesante prevaleva insinuandosi. Le scaglie d’oro invece erano immobili. Sembravano trattenute da chissà quale magia e…”
“«…È bellissima, oltre che preziosa per ciò che contiene»
Qian era lieta che anche il vecchio fosse preso dal fascino di quell’opera d’arte che parlava di secoli e di costumi perduti.
Indossava guanti bianchi di filo, insinuò le dita al di sotto del gioiello, lo sollevò muovendolo appena a beneficio del Veggente…”